venerdì 2 novembre 2007

Ungheria: l'estrema destra avanza

Le giovani repubbliche est-europee nate dopo il crollo del muro di Berlino stanno tutte attraversando prove difficili per le loro democrazie. Esempi sono la Polonia degli oramai spodestati fratelli Kacyznski, l'Ucraina di Yanukovich e Yushenko e l'Ungheria delle proteste di strada. Specialmente quest'ultima si è guadagnata ampi spazi sulla stampa internazionale a causa della recente costituzione di un gruppo di estrema destra: i 56 membri fondatori della "Magyar Gard" (guardia ungherese) il 25 agosto scorso hanno prestato giuramento davanti a una folla di migliaia di persone in Kossuth ter, la piazza dove è situato il parlamento. Figlia del partito extraparlamentare Jobbik (in ungherese Jobb vuol dire sia destra che buono, letteralmente: il meglio), noto per le sue posizioni antisemite, razziste e omofobiche, la nuova milizia sta provocando dure reazioni in tutto il paese, anche a causa della decisione di utilizzare la bandiera a strisce orizzontali bianche e rosse, simbolo di Árpád - capotribù che condusse gli ungheresi nel bacino carpatico e la cui casata regnò fino al 1300. Benché questa bandiera abbia da sempre accompagnato la storia del popolo magiaro, durante gli anni quaranta del secolo scorso essa divenne la bandiera delle Croci frecciate, cioè del partito filonazista che governò l’Ungheria durante il secondo conflitto mondiale. Il primo ministro Ferenc Gyurcsány ha inviato una lettera al Procuratore della Repubblica invitandolo a dichiarare l’associazione fuorilegge. Indignata la comunità ebraica internazionale, che denuncia il “tentativo di annientare la democrazia”. Non tutti, però, sono così pessimisti. Secondo Lászlo Tamás Papp, giornalista del settimanale liberale Heti Világgazdaság, tanto panico è infondato.
In poco più di due mesi di vita, la guardia ha dato vita ad azioni diametralmente opposte: una raccolta di sangue per il servizio sanitario pubblico, pulizia di luoghi pubblici e monumenti, ma anche tante manifestazioni di piazza e scontri, spesso violenti, con la polizia.
Il video si riferisce appunto alle manifestazioni che anche quest'anno hanno avuto luogo a Budapest, dopo i violenti scontri dello scorso anno (ho girato il video dal balcone di casa mia).

Da quando alla fine del 2006 venne pubblicata la registrazione di una conversazione in cui il primo ministro affermava di aver mentito sulla situazione economica del paese per vincere le elezioni, scatenando durevoli e violente reazioni in tutto il paese, l’Ungheria vive la più aspra crisi politica degli ultimi anni, che, sommata alla flebile risposta dell’opinione pubblica ungherese alle provocazioni del Jobbik, potrebbe portare all’indebolimento dell’ancora giovane democrazia magiara.

E l'Unione Europea? Sta a guardare. I problemi politici a cui ancora oggi sono soggetti molti degli ex stati comunisti lasciano perplessi se si pensa alla velocità con cui sono stati ammessi all'UE (nell'epoca in cui l'attuale presidente del consiglio Prodi era presidente della CE). Si spera, stavolta, che l'errore non venga ripetuto con l'entrata di questi Paesi nella moneta unica.

Per chi vuole saperne di più:

1 commento:

Anonimo ha detto...

sieg heil!! sei un grande!